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Cogeis SpA, un viaggio lungo 60 anni

Sostenibilità a tutto campo

Questa presentazione poteva essere scritta a nome di tutti da Giovanni Bertino (la prima generazione Cogeis, rappresentata dal fondatore dell’azienda), oppure da suo figlio Flavio (che con sua moglie Viviana costituisce la seconda generazione, quella dello sviluppo globale), o ancora dai suoi nipoti (Gabriele, già attivo nell’azienda, che con la sorella Francesca impersona la terza generazione), ma in Cogeis si fa così: ci si mette facilmente e rapidamente d’accordo e si comunica all’esterno tutti insieme.

Un passaggio generazionale riuscito

La statistica ci dice che dalle ultime rilevazioni in Italia solo il 30% delle imprese supera la seconda generazione; che in questo momento sia ancora così o no per noi non ha importanza, ma siamo tra quelli che ce l’hanno fatta. Contano sempre e soprattutto le persone e le buone pratiche. Questa era già la filosofia di Cogeis prima ancora di chiamarsi Cogeis. 

È sorprendente constatare che i primi valori capisaldi dell’impresa siano rimasti gli stessi degli inizi: il lavoro sempre ben fatto, la relazione feconda tra imprenditore e dipendente, anche oltre l’aspetto lavorativo; la passione e la disciplina praticate con convinzione a cominciare dal datore di lavoro per essere di esempio agli altri; il coinvolgimento e la collaborazione di tutti i dipendenti sempre identificati come collaboratori; la formazione continua di ognuno, soprattutto sul campo; l’importanza di un’attenta e sensibile gestione d’impresa dove i conti siano importanti come la lotta agli sprechi e l’esaltazione del risparmio.

La scuola di Adriano Olivetti

Sessant’anni dopo, pure noi di famiglia continuiamo ancora a chiedere a Giovanni da chi avesse imparato prima di mettersi in proprio. Lui si schermisce ogni volta, poi ci ricorda che il primo aprile del 1963 quando è nata la sua azienda (allora di pochissime unità e a livello decisamente artigianale), Adriano Olivetti era morto già da tre anni, ma la sua eredità ideale era ben ferma nel comune sentire, nelle menti e nelle coscienze di chi come lui era nato e cresciuto a Quincinetto, a poca distanza da Ivrea allora icona industriale d’avanguardia riconosciuta in tutto il mondo.

L’imprenditore visionario Olivetti aveva cioè lasciato al territorio un patrimonio ricchissimo di idee. E, tra queste, la convinzione che un ambiente di lavoro il più possibile favorevole e più umano, possa fortemente motivare i dipendenti. La centralità della qualità della vita delle persone, la cultura della comunità e del bello erano infatti i capisaldi della filosofia olivettiana

Ivies, impresa edile sorella di Cogeis, nascerà 10 anni dopo. All’inizio del 1974.

I 50 anni di Ivies

Dal boom economico all’austerity

Dal 2 dicembre 1973 l’Italia che si era appena lasciata alle spalle il boom economico ma che ormai si era abituata alla modernità, di colpo restò appiedata tutte le domeniche, per cinque lunghi mesi. Un’emergenza conosciuta come la prima austerity, un provvedimento preso allora da molti governi occidentali, tra cui quello italiano, per fronteggiare l’aumento dei prezzi petroliferi conseguente alla guerra del Kippur, uno dei tanti conflitti che hanno insanguinato Israele e la Palestina. L’austerità volta alla riduzione forzata dei consumi energetici obbligò gli italiani a far a meno dell’auto le domeniche. E tutti, anche Giovanni e sua moglie Caterina, per circolare, tirarono fuori dal garage le loro biciclette. Anche per andare dal notaio per definire gli ultimi dettagli dell’atto costitutivo della Società. Ivies, fondata il 28 gennaio 1974 con l’obiettivo di operare principalmente in Valle d’Aosta regione in cui ancora oggi ha sede, esattamente a Pontey, progressivamente si è specializzata nei lavori caratterizzati da condizioni ambientali e climatiche difficili, quali sono le regioni alpine.

Sapere che siamo quelli di sempre, per noi è un motivo di orgoglio.

Nessuno di noi mette certo in discussione la definizione per cui l’impresa è un’attività economica organizzata per ottenere un profitto economico; essere profittevoli è quindi un dovere per l’azienda, ma si può lavorare bene senza essere ossessionati dal solo profitto e a tutti i costi. D’altronde però, se i conti dell’impresa non tornano, chi può garantire la sopravvivenza stessa dell’azienda e pure la distribuzione della ricchezza a cascata, ai lavoratori, alle loro famiglie e al territorio?

Guadagnare più di quello che si spende è stato da subito per Giovanni la chiave molto semplice per gestire la sua azienda. Analogamente da sempre non rinunciamo ad esaltare il valore del merito e delle competenze, ma siamo attenti a non chiudere a nessuno; condividiamo l’idea che la lotta alle disuguaglianze inizia dalla scuola e prosegue col lavoro e ci battiamo per la formazione continua, facendo la nostra parte a cominciare dalla formazione dentro l’azienda.

Capaci oggi di competere a livello mondiale

Con l’andare degli anni abbiamo acquisito una visione internazionale, anche in questo senza mai rinunciare al forte radicamento e attaccamento ai territori di origine. Nata dal progetto visionario di Giovanni quando era semplice operaio e casellante sull’autostrada Torino-Quincinetto, oggi Cogeis opera in varie parti del globo. In sessant’anni si è trasformata. Da Quincinetto dove è nata, quindi dal Canavese e dalla Valle d’Aosta da dove ha progressivamente esteso il suo raggio d’azione prima a tutta l’Italia, poi a livello europeo, Cogeis nel puntare adesso a conseguire un vantaggio sempre più competitivo dalla sua presenza nel mercato mondiale non dimentica né smentisce i punti-forza della sua storia. Semplicemente li integra e li aggiorna.

La sostenibilità tra le grandi sfide del presente. E in una visione di futuro.

Lo prevede il nostro modello produttivo: Cogeis è resiliente da sempre ai cambiamenti che possono intervenire attorno a noi. Il primo obiettivo della tanto invocata sostenibilità è per noi la cura dell’ambiente in generale, il benessere dei nostri collaboratori e l’attenzione alle esigenze e quindi ai diritti delle popolazioni dei territori in cui operiamo. Nell’interesse già nostro, ma soprattutto delle generazioni future. Proprio da quest’anno sarà redatto da parte di Cogeis un apposito Bilancio di sostenibilità.

È compito di un’impresa responsabile saper rispondere per la sua parte alle crisi e alle emergenze multiple in cui viviamo e anche alle esigenze generali di profondo cambiamento. Oggi siamo tutti chiamati ad affrontare responsabilità enormi in un’epoca segnata dal cambiamento climatico, dalle strategie digitali, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale, ma anche dal crescente bisogno di benessere da parte della popolazione. Sappiamo che ridurre la pressione sull’ambiente e il consumo di risorse è indispensabile sia per non trovarci nei nostri territori in una condizione altrimenti inevitabile di siccità, con scarsità idrica e carenza di produzioni alimentari e sia per ridurre gli effetti di eventi estremi come ad esempio le alluvioni. Per noi però lo sviluppo sostenibile non è riducibile ad una questione meramente di natura ambientale. Un nuovo modello di sviluppo economico più etico, visto che è di questo che si parla, dovrà porre altrettanta attenzione e mostrare piena sensibilità anche in ambito sociale non ignorando le responsabilità globali dell’impresa nei confronti dei lavoratori e della comunità in cui agisce. Si impongono cioè scelte sistematicamente sostenibili a tutto campo, anche per essere in grado di proteggere meglio l’occupazione e i diritti acquisiti nel tempo dai nostri lavoratori e per non accentuare le disuguaglianze economiche e sociali e le conquiste di tutti, in termini sia di qualità della vita che di sicurezza. A cominciare dalla sicurezza sul lavoro: prima ancora che un adempimento di legge, in Cogeis è un valore su cui investire, anche attraverso la formazione continua.

La strada dei diritti, da garantire alle persone, fra tutti il diritto alla dignità

È certamente importante lo stipendio, ma nelle scelte che riguardano la vita privata e il futuro dei nostri collaboratori pesano anche i benefit e il welfare aziendale. Tante sono le iniziative messe in atto in Cogeis allo scopo di preservare il benessere delle persone, dentro e fuori l’azienda.

Il welfare aziendale in Cogeis è strutturato su tre pilastri:

  • Valore vita e Protezione vita;
  • Credito Welfare;
  • Flessibilità e conciliazione vita-lavoro.

I primi risultati di queste nostre misure aziendali sono già molto incoraggianti; si sono tutte rivelate capaci di lasciare un impatto positivo sull’esperienza quotidiana dei nostri lavoratori.

Consolidare e rafforzare i progressi compiuti e continuare a competere

Se questa è la nostra azienda, se questi sono i nostri impegni e i nostri sforzi per garantire a tutti i nostri collaboratori un ambiente professionale eccellente, facendo, per quel che ci riguarda, il massimo possibile anche per la loro vita privata, c’è qualcosa per cui dovremmo invece preoccuparci in futuro? Non possiamo esimerci dall’indicare un problema reale che in Italia potrebbe pure aggravarsi nel tempo e la cui soluzione non può dipendere solo dall’imprenditore. È la carenza di manodopera. O, se volete dirlo diversamente, la ricerca, sempre più complicata, quando non affannosa per le imprese, di personale difficile da reperire.

Aziende e scuole più vicine

Anche per inserire correttamente il lavoro in un ampio concetto di vita, occorrerebbe una rivalutazione del rapporto scuola-lavoro per far conoscere il mondo del lavoro fin dalla scuola. Diventerà sempre più determinante investire in formazione costruendo legami e rapporti non episodici con il mondo della scuola. Anche per convincere gli studenti che il tempo trascorso al lavoro può a ragione  essere considerato come parte importante dello sviluppo personale di ognuno.

Far entrare non più solo episodicamente le aziende nella scuola per farle meglio conoscere è la nostra proposta. Finalizzata anche a favorire sui territori in cui operiamo una solida cultura di impresa basata sulle competenze, sulla managerialità e sull’ interazione tra le persone . Sono questi collegamenti tra responsabilità e abilità individuali diverse che portano alla condivisione e alla cooperazione professionale e quindi a favorire l’innovazione convintamente praticata. Cogeis lo sa da sessant’anni : lavorare per compartimenti separati e senza coinvolgere ogni lavoratore rende, al momento del bisogno, meno creativi e sempre meno efficienti.

Rispetto per le persone e il territorio

Avere a cuore il benessere dei propri lavoratori è per Cogeis una scelta imprenditoriale, ma non solo. E’ frutto di una riflessione complessiva che associa ad una convinta attenzione all’ambiente – tale da produrre un impatto positivo sui territori, le persone, le economie e anche le culture locali – un consapevole sforzo per una migliore qualità della vita di ognuno dei nostri lavoratori, pure nella quotidianità. E la qualità della vita, sia quella dell’imprenditore che dei suoi collaboratori non dura solo per le ore in cui si lavora, deve comprendere anche il dopolavoro.

“Un altro modo di vita”

Pur senza dimenticare l’urgenza di nuove politiche che continueremo ad invocare per il lavoro, rimaniamo ciononostante ottimisti per il futuro. Perché noi , anche solo facendo la nostra parte, inserendo nuovi giovani e aggiornando continuamente le competenze dei nostri collaboratori, vediamo ogni volta, poco alla volta, già adesso i primi segnali positivi della nostra azione.

Qualità della vita e motivazione al lavoro

Negli ultimi anni é chiaramente aumentato il valore che ormai si dà al tempo libero dal lavoro e questo può influenzare decisamente le scelte lavorative; vanno quindi tenute in debita considerazione anche le motivazioni personali e psicologico/sociali dei nostri collaboratori. Noi che ci siamo sempre curati del benessere dei nostri lavoratori sappiamo benissimo che il rischio da molti lamentato di una possibile disaffezione del lavoro da parte dei lavoratori non si risolve soltanto con buoni salari . Oggi sappiamo, anche per esperienza diretta, che il benessere non è e non sarà più soltanto professionale e retributivo ma anche psicofisico.

Il welfare aziendale è per definizione un tentativo di risposta ai bisogni dei lavoratori ; il nostro risulta avere in più un ruolo anche per accelerare la transizione verso nuovi modelli di relazioni industriali. Si apre quindi una nuova fase in cui le misure del welfare aziendale e il dialogo costante tra l’imprenditore e il lavoratore agiscono positivamente alla fine pure sul livello di motivazione al lavoro. Proseguiremo su questa strada, fino ad ascoltarli uno ad uno i nostri collaboratori e non una volta sola o episodicamente, per capire e controllare periodicamente le reali aspirazioni di ciascuno.

Andremo quindi verso una chiara riorganizzazione del rapporto tra imprenditore e lavoratori, di maggiore complessità e profondità? È probabile e sappiamo come si può fare: mettendo ancora una volta al centro la persona. Perché a noi ci va di fare così da sempre. Dagli anni ’60, da quando Giovanni lavorava soltanto con un paio di collaboratori.

L’ottimismo della volontà in Cogeis

Non rinunciamo a scommettere sul futuro

La nostra ambizione a migliorare a tutto campo è la spinta a proseguire. I cambiamenti intervenuti nel mondo del lavoro, accelerati negli ultimi anni, ci impongono nuove sfide. Per nuovi progetti di investimento e per crescere sempre tutti insieme. I presupposti per realizzare questo autentico, virtuoso cambiamento, andando davvero al di là delle frontiere finora conosciute, ci sono tutti : si possono cercare nuove strade con più serenità e creare nuove relazioni industriali. Per cogliere appieno le opportunità di sviluppo.
In Cogeis ne siamo tutti convinti e non c’è ombra di facile retorica in quel che diciamo.