Un viaggio lungo sessant'anni
Ecco uno scorcio dei primi anni ’60. A Quincinetto, in Piemonte a pochi chilometri da Ivrea e dall’Olivetti, Giovanni Bertino il futuro fondatore di Cogeis era casellante autostradale addetto alle operazioni relative al pedaggio. Ogni giorno proprio davanti ai suoi occhi scorrevano alcuni dei simboli più evidenti del miracolo economico italiano. Passavano poche auto, quasi tutte piccole utilitarie nuove di fabbrica, e molti grandi camion. Portavano mattoni, cemento, sabbia e attrezzature edili. Per costruire case nuove, altre strade e completare l’autostrada da Torino. Davvero formidabili quegli anni.
Nel 1963 era appena stata sottoscritta la convenzione che avrebbe portato l’anno dopo all’avvio dei lavori di costruzione del tratto ulteriore di autostrada da Quincinetto per raggiungere Aosta. Bertino decise che doveva far parte di quel miracolo anche lui, che non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione e si licenziò.
Bello e possibile: il suo sogno di mettersi in proprio
Uno dei ricordi più nitidi di Giovanni è quello di aver sempre voluto mettere su un’impresa. L’ avvio nel 1963 è creativo e sognante, ma la storia non è per niente stucchevole o falsamente fiabesca. La scelta di mettersi in proprio non era facile già allora; i primi passi sono stati durissimi. Roba da alimentare ogni volta la tentazione di tornare indietro. La concorrenza era numerosa e spregiudicata. Quanti modi c’erano di essere imprenditori? Infiniti. La differenza, ad un certo livello come il suo, era soprattutto sulle capacità organizzative e sull’affidabilità.
E su questo terreno Giovanni sapeva di avere una marcia in più rispetto a tanti altri.
Poteva contare inoltre su collaboratori motivati come lui, con una gran voglia di lavorare, di crescere, di migliorarsi, di acquisire nuove competenze, allora quasi solo con l’esperienza sul campo. Il processo di coinvolgimento e il percorso di condivisione per alzare ogni volta l’asticella della qualità hanno pagato fin da subito.
Lo sviluppo successivo è stato ordinato, graduale e a raggiera. Innovazione, creatività e sperimentazione hanno accompagnato la crescita. Prima Giovanni, poi il figlio Flavio, hanno imparato ad essere quel che sono: datori di lavoro con i piedi ben piantati per terra, ma con gli occhi proiettati nel futuro per aggiornare di continuo i campi d’azione di un’impresa solida, moderna, tecnologicamente avanzata.
In grado di cogliere sfide nuove, ma anche di fronteggiare le possibili variabili o, come si diceva una volta, le possibili avversità congiunturali. Entrambi, padre e figlio, hanno provato l’emozione, grandissima per un imprenditore visionario, nello sperimentare ogni volta nuove tecnologie, soluzioni avanzate, nuovi modelli nel lavoro, strategie aziendali innovative e nuove opportunità di crescita prima nemmeno immaginate. Sempre coinvolgendo i loro collaboratori fino a riuscire insieme oggi anche ad adottare comportamenti sostenibili nella loro quotidianità lavorativa.
C’è voglia di futuro. Come allora
Gli uomini e le donne di Cogeis in sessant’anni, passo dopo passo, chiamati ogni giorno a sostenere un esame davanti a tutti dovendo confermare ogni volta le proprie capacità per nuove sfide, hanno scalato una montagna. Fino a diventare un’impresa competitiva a livello mondiale. E sempre convinti che sia più gratificante il successo conseguito rimanendo fedeli a se stessi, ai propri valori e alla propria visione di futuro. In Cogeis, come agli inizi, i sogni non sono infatti destinati a stare a lungo nel cassetto.